KUMBH MELA

KUMBH MELA - Allahabad

Il Kumbh Mela è un pellegrinaggio Hindu che più di 100 milioni di fedeli compiono per immergersi nelle acque di un fiume sacro. Si svolge a rotazione, ogni tre anni, in uno dei quattro luoghi dove si crede siano cadute gocce dell’acqua dell’immortalità da una brocca contesa tra divinità e demoni: Nashik, sul fiume Godavari; Ujjain sul Shipra; Haridwar sul Gange e a Allahabad, alla confluenza dei fiumi sacri Gange, Yamuna e Saraswati. All’edizione del 2019, a cavallo tra gennaio e febbraio, sono giunte a Allahabad circa 120 milioni di persone conferendo al Kumbh Mela il titolo di più grande raduno religioso del pianeta. Molti, arrivando da lontano, si accampano per giorni in enormi tende allestite per l’occasione da 6mila organizzazioni religiose. Sorge così una sorta di città temporanea di 32 chilometri quadrati con innumerevoli dormitori, templi, mense, ma anche diversi ospedali e decine di stazioni di polizia. Lungo le strade scorre ininterrotta una densa massa di persone; i fedeli, di ogni età, camminano portando in borse e sacchi le cose che servono a vivere lì, al Kumbh Mela, per giorni o settimane. Si spostano lenti e composti per raggiungere il luogo dove potranno finalmente bagnarsi nelle acque sacre. Il rito fondamentale è infatti il bagno rituale: gli indù credono che, immergendosi al fiume neigiorni propiziati da complessi calcoli astrologici, sia loro stessi che i propri antenati possano essere assolti dai peccati. Il pellegrinaggio favorisce quindi il conseguimento di una condizione spirituale superiore, fino ad offrire la straordinaria opportunità di interrompere il ciclo eterno delle reincarnazioni. L’evento-principe è il Mauni Amavasya, il bagno dei mistici Naga Baba – i protagonisti più importanti del Kumbh Mela cui spetta l’onore di aprire la sequenza delle abluzioni purificatrici. Asceti-guerrieri, armati del tridente di Shiva, nudi e cosparsi di cenere, incedono con irruenza verso il fiume alle prime luci dell’alba, esibendo con orgoglio i risultati di pratiche estreme di auto-mortificazione del proprio fisico. Possono tenere il braccio teso in alto per anni, fino a quando diviene una sorta di ramo rinsecchito e insensibile; non sedersi mai, deformando i piedi sotto il peso incessante del corpo; rimanere sempre in silenzio o torturare il proprio pene fino a perdere l’istinto di erezione. Tutto questo per accelerare il processo di illuminazione, così come l’uso costante di una miscela di tabacco e hashish li aiuta a “liberarsi dal velo dell’Illusione” e li fa vivere in uno costante stato di ebrezza. Ai miei occhi, per il più incredibile dei santoni e per il più umile dei fedeli, per il dantesco quadro d’insieme e per ogni poetico e crudo dettaglio, il Kumbh Mela è stato, come lo descrisse Mark Twain nel 1895, “un'esperienza al di là di ogni immaginazione”.

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